Con rammarico non possiamo che constatare la colpevole inerzia della Regione sui complessi temi del disagio abitativo e dell’edilizia sociale.
Restano senza risposta alcune delle richieste più pressanti avanzate da queste OO.SS. che da anni chiedono alla Regione Sicilia di attuare una politica coordinata pubblica sui temi della casa a partire dalla costituzione dell’osservatorio regionale previsto dalla 431/98 e dalla rivisitazione della normativa sulla gestione e sull’utilizzo del patrimonio di edilizia residenziale pubblica.
Ormai la Sicilia è l’unica Regione a non aver avviato una complessiva riforma del settore tanto più necessaria in una fase come quella che sta attraversando la regione anche a causa della pandemia che ha esasperato povertà e disuguaglianze. Serve una maggiore offerta di edilizia pubblica sociale concepita in maniera innovativa, così come serve un piano straordinario di ristrutturazione degli immobili abitativi pubblici e una riqualificazione delle periferie che consenta di dare alla definizione di città policentriche di cui si sente tanto parlare un senso compiuto.
Quello che ci sembra poi più grave è il chiaro disinteresse al confronto e la sottovalutazione dei problemi che riguardano una parte considerevole della popolazione investita dal disagio economico soprattutto in un momento in cui invece si intravedono possibilità economiche che richiedono la capacità di disegnare per la nostra regione un presente e un futuro diverso. Un futuro in cui siano colmate le enormi disuguaglianze e affrontato il tema dell’impoverimento.
Affrontare il tema del disagio abitativo deve diventare in questo contesto una priorità, pensare a città accoglienti solidali in cui l’abitare dignitoso e sostenibile possa consentire a tanti non più in grado di sostenere la spesa di una casa sul mercato privato, deve diventare uno degli obiettivi in cui anche in Sicilia vengano destinati parte dei fondi di cui la Regione sarà destinataria tra Recovery fund e piano di coesione.
Senza contare le possibilità offerte dall’uso ampio e celere delle detrazioni al 110% previste per l’efficientamento energetico e sismico dell’edilizia popolare. Questo le nostre Organizzazioni sindacali lo pretendono, così come pretendono che i 17 milioni di euro già destinati dal Governo nazionale al contributo affitto siano immediatamente messi a disposizione delle migliaia di famiglie che rischiano a fine giugno, cessato il blocco degli sfratti di perdere la casa.
Non è più tollerabile un ritardo che sta anche comportando che ancora non sia stato completato il pagamento del contributo all’affitto per il 2018. Abbiamo atteso, anche in considerazione delle difficoltà degli uffici a riorganizzarsi alla luce dell’emergenza sanitaria, abbiamo da giugno scorso avanzato le nostre proposte sui criteri di utilizzo dei 17 milioni, ma purtroppo sembra che il problema della bomba sociale sfratti che colpirà la popolazione non sia importante.
Per questo chiediamo sui temi indicati un urgentissimo incontro da effettuarsi entro i prossimi 15 giorni. In caso contrario queste Organizzazioni sindacali metteranno in campo tutte le azioni di lotta che riterranno più utili e opportune.
Catania, 12/04/2021
Segr. Generale Sunia | Segr. Generale Sicet | Segr. Generale Uniat |
(f.to Giusi Milazzo) | (f.to Santo Ferro) | (f.to Giovanni Sardo) |